Spiare le abitudini degli utenti su Youtube

La facilità con cui al giorno d’oggi è possibile girare dei filmati e metterli subito online è sotto gli occhi di tutti. La tecnologia evolve ad altissima velocità e, per quanto porti con sé un miglioramento, è sempre bene andarci cauti, informarsi sulle “regole” e le restrizioni del cyberspazio per fare in modo di non esporsi troppo e, di conseguenza, rendersi vulnerabili. Soprattutto quando si parla di diritto alla privacy online. Per diritto alla privacy si intende il limite all’utilizzo di dati che riguardano altre persone. Le immagini di un video rappresentano dei dati personali dal momento in cui ci forniscono informazioni – anche indirettamente – su qualcuno.

A ledere la privacy può essere non solo la visibilità che diamo al volto di una persona, ma anche riprendere l’interno di un’abitazione o situazioni private, oppure dare visibilità ad opere d’arte firmate senza il consenso dell’autore. Senza tralasciare il fatto che, quando delle immagini video rivelano delle informazioni delicate sui soggetti ripresi, come l’orientamento politico o religioso, lo stato di salute o le abitudini sessuali, le stesse immagini si trasformano in dati sensibili, e bisogna prestare particolare attenzione all’uso che se ne fa. Youtube è nato come un sito amatoriale, una community, un luogo di condivisione e di scambio. Per questo motivo molte persone, nel caricare i propri video su Youtube, non prestano molta attenzione alla regola che stabilisce che chiunque appare nel video deve dare il proprio consenso per la messa online del video stesso. E, nonostante ci siano casi in cui questa autorizzazione possa essere tacita, è importante stare attenti a non ledere la reputazione di nessuno.

La protezione della privacy su Youtube, ad esempio, stabilisce che le persone riprese nei luoghi pubblici non debbano essere riconosciute in video. Se si tratta di bambini, la legge è molto più severa, ed è necessario chiedere l’autorizzazione dei genitori, anche se questa regola non dovrebbe essere valida in situazioni pubbliche come gare, concerti, manifestazioni sportive. Chiaramente, entra sempre in gioco il diritto all’informazione. La riservatezza dell’immagine può essere infatti sacrificata solo per un pubblico interesse. Le condizioni da rispettare, dunque, come per qualsiasi notizia, sono tre: la verità dei fatti, l’interesse pubblico alla notizia e l’essenzialità dell’informazione. Se, invece, la pubblicazione avviene per scopi differenti non contemplati dal diritto all’informazione, allora il diritto del singolo individuo di opporsi alla pubblicazione prevale.

Ma cosa accade se si violano le regole?

La persona che vede la sua immagine pubblicata senza un suo consenso può innanzitutto segnalare ed eliminare il video su Youtube, richiedere la cessazione dell’abuso, provare il danno ed ottenere persino un risarcimento patrimoniale. Si parla di responsabilità penale nel caso in cui il video lede la reputazione della persona o interferisce con la sua vita privata. In questi casi la legge prevede persino la reclusione dai sei mesi ai quattro anni. Il discorso della protezione della privacy su Youtube, però, non riguarda solo chi carica un video, ma anche chi lo guarda. Perchè scegliere un video da guardare significa esprimere una preferenza, e anche questa preferenza può trasformarsi, in un attimo, in un dato sensibile. Se il web, in generale, è un campo fertile per gli attacchi hacker, Youtube è uno spazio estremamente pericoloso quando si parla di spionaggio degli utenti, tema ultimamente molto discusso. Non è un segreto, infatti, che Youtube viene spesso utilizzato dalle agenzie di intelligence per identificare potenziali terroristi attraverso la condivisione di video propagandistici. Ma finchè si tratta di pubblica sicurezza è quasi tutto consentito, e non c’è molto da temere o lamentarsi. Quando, invece, esce fuori che lo strumento Youtube viene utilizzato dalle aziende per spiare le abitudini degli utenti, il discorso è un pò diverso.

Le ultime novità arrivano dall’evento “Black Hat Europe” di Londra in cui è stato presentato, tra le altre cose, uno studio effettuato dai ricercatori dell’Università Ben Gurion in Israele. Questi ricercatori hanno monitorato una serie di utenti su Youtube, riuscendo ad identificare con esattezza quali video, all’interno di una selezione di titoli, gli utenti monitorati stessero visualizzando. Tutto ciò è stato possibile attraverso ad un algoritmo capace di fornire queste informazioni. Algoritmo grazie al quale le aziende pubblicitarie, ma anche gli stessi hacker, possono spiare le abitudini degli utenti di Youtube. Ran Dubin, esperto di cybersicurezza e responsabile dello studio, ha dichiarato: “E’ importante sapere che la crittografia video non è così sicura come si pensava finora. Google, che è proprietario di Youtube, non sembra poter colmare la lacuna in quanto sarebbe costoso creare un meccanismo di offuscazione del traffico per ogni utente e per ogni video visualizzato”.

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